L’ultima opera di Mariella Devia: con Norma l’addio alle scene.
Ovazione del pubblico a Mariella Devia che si congeda dalle scene.
Stracolmo di fans accaniti Il Gran Teatro La Fenice di Venezia per quest’ultima recita di Mariella Devia nella Norma di Vincenzo Bellini.
Mariella Devia, grande studiosa delle melodie belcantistiche del compositore catanese, e di conseguenza grande interprete, per congedarsi dalle scene ha scelto tra il suo repertorio quest’opera, forse per il carattere della protagonista così simile al proprio, guerriero e schivo, elegante e fugace.
Da grande artista qual è, vocalmente ancora intatta, la regina del bel canto prima che al pubblico si è dedicata alla musica, impegnando tutta sé stessa e usando tutta la sua straordinaria capacità interpretativa, soggiogando con fascino magnetico il pubblico, tessendo ancora una volta una variopinta tela musicale, fatta di sfumature, filati, mezze voci, picchettati, fiati lunghissimi ed attenzione alla parola.
Solo lei è riuscita, ad oggi, a rimanere perfetta vocalmente e perseverare nella sua idea di bel canto, grazie alle scelte oculate ed intelligenti fatte nel tempo sul suo repertorio. Mai una sbavatura che si ricordi nella sua carriera.
La recita di Norma del 19 Maggio 2018 è entrata a far parte della storia, quella storia che non finirà mai di essere scritta, come la musica indelebile di Vincenzo Bellini.
Potremmo definirla un’ultima lezione di canto, quella di Mariella Devia: il pubblico, estasiato, è rimasto incantato dalla bellezza della sua voce cristallina e scintillante in acuto, calibrata e rotonda nel centro–grave; agilità da fare invidia alle giovani promesse del canto, tanto che, ancor prima di cantare appena entrata in scena, il pubblico è esploso in un calorosissimo applauso che si è placato solo per il tempo del recitativo “Sediziose Voci” e per esplodere di nuovo alla fine di “Casta Diva”. Visibilmente emozionata dopo ben cinque minuti di applausi, si è vista costretta a far cenno al direttore d’orchestra, il M° Riccardo Frizza, di andare avanti… c’è ancora da fare la cabaletta!
L’opera dunque ha ripreso il suo percorso, e sul palcoscenico si sono avvicendati i personaggi, interpretati per l’occasione da artisti più che all’altezza della situazione: è il caso dell’Oroveso di Luca Tittoto dalla bellissima voce, rotonda, possente e ben scandita da un’ottima dizione, che ha portato in scena il personaggio austero e scuro del gran sacerdote padre di Norma.
Adalgisa, che condivide con Norma le comuni avversità amorose, per queste tre recite è stata interpretata da una splendida e smagliante Carmela Remigio: la sua enfasi nel canto era così sentita e accorata che ha dipinto una così fragile ma determinata Adalgisa che è stato veramente difficile non commuoversi. Degno di menzione il bellissimo duetto “O rimembranza” nel qual le due protagoniste si sono perfettamente fuse in una simbiosi più unica che rara.
Nulla da eccepire sul Pollione affidato a Stefan Pop. Mai esagerato, è stato invece calibrato e pensato in ogni sillaba. Si percepiva visibilmente la sua emozione per questa ultima recita accanto alla Divina, che gli ha permesso tuttavia di esprimere attraverso il canto tutta la tristezza del personaggio. Stefan è dotato, come ben sappiamo, di voce potente e possente alla quale non manca mai lo squillo: tutti gli acuti infatti sono risultati sempre ben puntati e a fuoco.
Bene il resto del cast : Anna Bordignon, nei panni di Clotilde, ed Emanuele Giannino in quelli di Flavio.
Orchestra in forma smagliante diretta dalla bacchetta vigorosa di Riccardo Frizza, che ha sprigionato forza e tempi invidiabili, con colori e sfumature attente e rispetto verso il palcoscenico. Ottimo il Coro del Teatro La Fenice diretto da Marino Moretti.
Per quanto riguarda la regia, le scene ed i costumi di Kara Walker, è invece meglio stendere un velo pietoso. Ci sarebbe troppo da dire, storture e incongruenze infinite. Riassumendo in una parola diremmo “bruttina”. Ma in questo contesto le scene e la regia hanno avuto un peso irrilevante, ciò che contava era assistere alla prevedibile magistrale interpretazione della Divina, Mariella Devia, che al termine ha ricevuto una vera e propria ovazione dal pubblico presente con ben venti minuti di festosi applausi scroscianti, addirittura “ritmati” e con standing ovation del teatro al completo, mentre dai palchi copiosi cadevano i fiori insieme a volantini con la sua foto con sopra impressa la frase: Grazie Mariella!
E noi non possiamo che inchinarci e unirci a questo tributo, ringraziando ancora questa “sublime” donna e artista per averci donato la sua voce per oltre quarant’anni: ogni volta emozioni uniche che rimarranno indelebili nei nostri cuori.
Mariella Devia lascia così il palcoscenico operistico, ma si dedicherà all’insegnamento ed a qualche altro recital in giro per il mondo: sarà dunque un piacere ascoltarla ancora in tutta la sua Divina Maestà.
Salvatore Margarone
Photo©Michele Crosera
La recensione si riferisce all’ultima recita del 19 Maggio 2018.
Roberto Devereux a Parma: ovazioni alla “Regina” Mariella Devia.
Intervista a Carmela Remigio: il soprano erede della migliore tradizione vocale italiana.